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Alleggerimento vincoli di finanza pubblica per i Comuni in regime di “Salva Enti”, il sindaco di Foggia, Franco Landella, sollecita la presentazione di un emendamento per correggere il Decreto Legge 78 del 19 giugno 2015

Il sindaco di Foggia, Franco Landella, ha avanzato formalmente, nel corso della riunione del Comitato Direttivo dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) tenutasi a Roma, la necessità di presentare, in sede di conversione del Decreto Legge numero 78 del 19 giugno 2015 in materia di rideterminazione del Patto di Stabilità Interno di Comuni, Province e Città Metropolitane per gli anni 2015-2018, uno specifico emendamento finalizzato ad alleggerire i vincoli di finanza pubblica per le Amministrazioni comunali in regime di “Decreto Salva Enti”.
Un intervento che il primo cittadino ha presentato come «fondamentale per mettere al riparo questi Comuni dal rischio di non essere nella condizione di garantire i servizi minimi essenziali, soprattutto alla luce della nuova ondata di tagli operata dal Governo nazionale ai trasferimenti statali. Parliamo di cifre imponenti – spiega il sindaco di Foggia – che caratterizzano una scelta che onestamente non ci aspettavamo da chi ha ricoperto il delicatissimo ruolo di sindaco e che nel passato non ha mancato di esprimere critiche rispetto a politiche che hanno progressivamente ridotto i trasferimenti nei confronti degli Enti Locali, veri front-office delle emergenze delle nostre comunità».
«Già in occasione della riunione di insediamento del Comitato Direttivo dell’Anci, e successivamente con una lettera inviata al presidente Piero Fassino, avevo sollecitato l’opportunità di aprire una riflessione su questo fronte, anche in ordine alla particolare situazione che interessa il Comune di Foggia – ricorda il primo cittadino –. Nel nostro caso, infatti, agli oltre 5 milioni di euro che riceveremo in meno dallo Stato centrale sul Fondo di Solidarietà Comunale, vanno aggiunti i vincoli finanziari riferiti al personale che ci impediscono, ad esempio, di provvedere al turn-over, anche facendo ricorso allo strumento della mobilità, dei tanti dipendenti che nei prossimi anni lasceranno Palazzo di Città per andare in pensione. Una prospettiva a dir poco drammatica che, com’è facile intuire, avrà ripercussioni importanti sulla capacità dell’Amministrazione comunale di far fronte alle sue competenze essenziali e di assicurare un livello adeguato in termini di servizi».
«Matteo Renzi ed il Governo non possono continuare ad ignorare questa vera e propria “bomba ad orologeria”, che il massiccio taglio ai trasferimenti statali ha contribuito a rendere ancor più pericolosa – sottolinea il sindaco di Foggia –. Fa specie che un premier che è stato sindaco non avverta l’urgenza di correggere la rotta ma che, al contrario, prosegua in quella pessima abitudine di scaricare in larga parte sul sistema degli Enti Locali tagli e sacrifici».
«Si tratta di un’urgenza per la quale occorre un impegno innanzitutto da parte della rappresentanza parlamentare della città di Foggia e della Capitanata, alla quale rivolgo un appello affinché si faccia promotrice di un’iniziativa tesa ad emendare in questo senso il Decreto Legge in sede di conversione – evidenzia il primo cittadino –. Attorno a questa esigenza, che interessa peraltro tutti i Comuni italiani in regime di “Decreto Salva Enti”, è possibile costruire in Parlamento convergenze, al di là delle appartenenze politico-partitiche, che permettano di centrare l’obiettivo».
«Analogo appello rivolgo all’Anci, perché rinunciare a compiere questa battaglia politica significa perdere terreno sul fronte della difesa della dignità dei Comuni italiani e, contestualmente, sottovalutare le conseguenze del combinato disposto formato dai rigidi vincoli del “Decreto Salva Enti” e dal peso dei tagli cospicui ai trasferimenti statali – conclude il sindaco di Foggia –. Confido che l’esperienza e la sensibilità del presidente Fassino possano permettere di portare questa questione tra le priorità di cui è opportuno occuparsi con efficacia e rapidità».

“Decreto Salva Enti”, Landella: «Una boccata d’ossigeno, ma trasformare l’eredità che abbiamo raccolto in una florida situazione amministrativa è ardito»

Il Ministero dell’Economia ha trasferito al Comune di Foggia i 28 milioni di euro del “Fondo di rotazione” relativo al cosiddetto “Decreto Salva Enti”, chiudendo così formalmente la procedura avviata con la stesura del Piano finanziario di riequilibrio pluriennale ed il via libera ricevuto dalla Sezione regionale di controllo della Puglia della Corte dei Conti. I 28 milioni di euro, che si sommano ai 9 milioni 300mila euro già ricevuti dall’Ente di Palazzo di Città, dovranno essere restituiti, come è noto, attraverso una rateizzazione decennale senza interessi.
«Questo trasferimento conclude un lungo iter – commenta il sindaco di Foggia – che rappresenta una boccata d’ossigeno importante, soprattutto in un momento che vede il Governo centrale operare un nuovo taglio ai trasferimenti destinati ai Comuni italiani».
«Va tuttavia precisato che le risorse economiche erogate a favore del Comune di Foggia non sono un contributo da poter spendere negli interventi finalizzati alla crescita e allo sviluppo, ma sono destinati al risanamento di una condizione finanziaria drammatica, dunque al pagamento dei debiti – chiarisce il primo cittadino –. Solo l’adesione al “Decreto Salva Enti”, quindi chiedendo allo Stato un prestito che dovremo restituire, ha infatti scongiurato la dichiarazione dello stato di dissesto. Una condizione determinata dalle dissennate scelte amministrative operate dal centrosinistra e dal fallimento dell’azione di risanamento annunciata nel recente passato, che ha prodotto invece solo una svendita del patrimonio comunale, come ad esempio nel caso del mercato di piazza Padre Pio, con gli interventi collegati alle procedure di alienazione».
«Dal momento del mio insediamento ho scelto di evitare le polemiche sulle responsabilità politiche alla base di questo contesto, che peraltro sono ben note alla nostra comunità – aggiunge il sindaco di Foggia –. Ho operato, al contrario, nell’ambito di quella continuità amministrativa che è dinamica che appartiene ad ogni cambio di governo comunale. Noto che però sull’argomento c’è chi vorrebbe costruire una personale operazione di comunicazione politica, fingendo di ignorare o dimenticare il quadro complessivo in cui ci siamo trovati ad amministrare».
«Trasformare l’eredità che ho raccolto in una florida situazione amministrativa non corrisponde alla realtà dei fatti. Nella continuità amministrativa di cui ci siamo fatti carico non ci sono purtroppo luci – sottolinea il primo cittadino –. Accanto alla procedura di adesione ad “Decreto Salva Enti”, cioè al prestito necessario per pagare i debiti che i cittadini di Foggia dovranno restituire e che ci ha obbligati a tenere al livello massimo tutte le tasse, abbiamo ereditato innumerevoli emergenze, che stiamo cercando con fatica di affrontare e risolvere: da quella della sede per gli uffici e gli archivi giudiziari al rapporto tra il Comune di Foggia ed Aipa SpA; dalla situazione del campo dei container di via San Severo agli sfratti esecutivi per morosità dell’Amministrazione comunale, a cominciare da vico della Pietà, che stanno creando fortissime tensioni sociali; dall’assenza di una strategia operativa per far fronte all’emergenza abitativa allo stato disastroso della rete viaria comunale; dal completo abbandono della villa comunale alla deficitaria cura del verde pubblico; dalla chiusura del “Teatro Umberto Giordano” al ritardo nella partenza della raccolta differenziata “di prossimità” – evidenzia il sindaco di Foggia –. Questi sono solo alcuni dei temi con i quali ci stiamo confrontando con impegno e dedizione, provvedendo a rimediare agli errori commessi da chi ci ha preceduto».
«È abbastanza impegnativo andare fieri di questa eredità, così come sembra decisamente ardito utilizzarla per ritagliarsi un ruolo nel dibattito politico – conclude il primo cittadino –. Per parte nostra continueremo nell’attività amministrativa che abbiamo messo in campo, avendo come solo ed unico punto riferimento l’interesse collettivo ed il bene della nostra comunità, lasciando volentieri ad altri polemiche che appaiono con ogni evidenza strumentali e pretestuose».