Cresce l’attesa per il concerto di Richard Galliano al Teatro “Umberto Giordano”

Cresce l’attesa per lo spettacolo del 19 aprile prossimo, quando sul palcoscenico del Teatro “Umberto Giordano” si esibirà il grande musicista francese Richard Galliano, che ha saputo coniugare la tradizione della fisarmonica con il jazz. Un “mix” travolgente che, grazie al “colossale” talento di Galliano, ha riportato in auge la fisarmonica, troppo a lungo relegata a strumento per musiche popolari e “datate”.
Il jazzista giunge al “Giordano” nell’ambito degli eventi della II edizione di “Libando, viaggiare mangiando”, il Festival del cibo di strada che animerà il centro storico di Foggia dal 17 al 19 aprile 2015.
Galliano porta a Foggia il suo progetto musicale “30th Anniversary New Musette Quartet”, con il quale sta festeggiando i 30 anni di carriera nei più prestigiosi teatri del mondo.
La vendita dei biglietti è già a buon punto, ma ci i posti ancora liberi al “Giordano” possono essere acquistati presso i punti vendita autorizzati del circuito Bookingshow ed anche online sul sito internet dell’agenzia (www.bookingshow.it).
Quello di Galliano potrebbe essere il primo di una serie di eventi musicali importanti che l’Assessorato comunale alla Cultura sta progettando di portare a Foggia, tenendo conto del gradimento mostrato dal pubblico del capoluogo.

RICHARD GALLIANO
E’ nato il 12 dicembre 1950 a Cannes (Francia). Quando sembrava che la fisarmonica non avrebbe mai trovato solisti di grande spicco e fosse uno strumento con cui sarebbe stato impossibile “swingare”, è apparso Galliano a imporre la stessa dignità riservata a tromba e sassofono, gli strumenti-guida della musica jazz. Ispirato da sincera ammirazione per l’amico Astor Piazzolla, inventore del “Tango Nuevo”, Richard Galliano è riuscito, grazie al suo “New Musette”, a rivitalizzare una tradizione tipicamente francese e che, si pensava non avrebbe mai incontrato innovatori.
Figlio di Lucien Galliano, professore di fisarmonica di origine italiana, Richard ha cominciato a suonare la fisarmonica a quattro anni. Parallelamente all’apprendistato, frequenta il Conservatorio di Nizza dove studia l’armonia, il contrappunto e il trombone (Primo premio nel 1969). A 14 anni, scopre il jazz di Clifford Brown del quale trascrive i chorus e si stupisce del fatto che la fisarmonica sia così poco presente in questa musica.
È così che si interessa ai fisarmonicisti brasiliani (Sivuca, Dominguinhos), scopre gli specialisti americani che si sono dedicati al jazz (Tommy Gumina, Ernie Felice, Art Van Damme) e i maestri italiani (Felice Fugazza, Volpi, Fancelli), per rifiutare del tutto il modo di suonare che domina nell’Esagono. Nel 1973, Galliano arriva a Parigi dove affascina Claude Nougaro. Per tre anni, riveste il ruolo di arrangiatore, quello di direttore d’orchestra ed anche di compositore in un gruppo nel quale incontra veri e propri jazzmen. Partecipa anche a molte sedute di registrazione nel campo della musica leggera (Barbara, Serge Reggiani, Charles Aznavour, Juliette Gréco, etc.) e in quello di musiche da film. Dall’inizio degli anni 80, frequenta sempre più frequentemente jazzisti di ogni genere con i quali pratica l’improvvisazione: Chet Baker (repertorio brasiliano), Steve Potts, Jimmy Gourley, Toots Thielemans, il violoncellista Jean-Charles Capon (con cui incide il suo primo disco), Ron Carter (con cui registra in duo nel 1990), etc.
1988 Richard Galliano crea il celeberrimo festival “Les Nuits de Nacre” di Tulle che dirigerà per 5 anni (dal 1988 al 1992) come direttore artistico (DVD di Pierre Barouh “Accordéons”).
Nel 1991, seguendo i consigli di Astor Piazzolla, che ha incontrato nel 1983 in occasione di un lavoro per musica di scena per la Comédie-Française, Galliano torna alle sue radici, al repertorio tradizionale composto di valzer musette, di java, di tango che da molto aveva messo da parte. Riavvicinandosi allo stile di Gus Viseur e di Tony Murena, Richard Galliano permette alla fisarmonica di liberarsi dalla sua immagine “vecchiotta” grazie ad un lavoro sul concetto ritmico del 3 tempi, cioè un’altra concezione del ritmo, un cambiamento nelle armonie, che l’avvicina al jazz. Realizzato con Aldo Romano, Pierre Michelot e Philip Catherine, il suo disco-manifesto “New Musette” (Label bleu) riceve il premio Django-Reinhardt dell’Accademia del jazz nel 1993, un premio che lo riconosce “musicista francese dell”anno”. Esce una serie di dischi nei quali Richard Galliano manifesta, suonando su un modello Victoria che non lascia più, grande facilità nell’adattare la fisarmonica alle libertà del jazz.
Galliano si dimostra virtuoso nel fraseggiato, liberato da ogni complesso, dotato di grande ricchezza nella sonorità, esperto nell’abbattere le barriere nella musica, grazie ad uno strumento che va oltre i confini.
Nel 1996, attraversa l’Atlantico per registrare il suo “New York Tango” accanto a George Mraz, Al Foster e Biréli Lagrène.
Un disco che riceve l’ambito premio “Victoire de la Musique”. La fama di Richard Galliano diventa sempre più internazionale e le collaborazioni si moltiplicano. Suona in duo con delle personalità così diverse come Enrico Rava, Charlie Haden, Michel Portal (nel 1997, “Blow Up” fu un grande successo commerciale con 100.000 copie vendute), il suo collega Antonello Salis in Italia e l’organista Eddy Louiss (2001).
Per anni, rimane fedele al trio che forma con Daniel Humair e Jean-François Jenny-Clarke (dal 1993 fino alla scomparsa del contrabbassista nel 1998) e poi propone di nuovo questo progetto nel 2004 con una ritmica “newyorkese” composta di Clarence Penn e Larry Grenadier. Incontra musicisti come Jan Garbarek, Martial Solal, Hermeto Pascoal, Anouar Brahem, Paolo Fresu e Jan Lundgren, Gary Burton…
Nel 1999, presenta le proprie composizioni accanto a quelle di Astor Piazzolla con un’orchestra da camera. Questo progetto continua nel 2003 in “Piazzolla Forever”, omaggio nel quale Galliano suona di nuovo i brani del suo mentore.
Dotato di una rara polivalenza, Galliano si esprime musicalmente in qualsiasi contesto, dal solista (si pensi al “Paris Concert” registrato al Châtelet di Parigi nel 2009) fino al concerto in grandi formazioni (con il Brussels Jazz Orchestra del 2008).
Ormai riconosciuto come solista di eccezione, continua ad esplorare un vasto ventaglio di musiche, senza abbandonare né il lirismo che è il tratto fondamentale della sua personalità musicale quando registra le balads di “Love Day” con Gonzalo Rubalcaba, Charlie Haden e Mino Cinelu, né la “French Touch” che gli permette, grazie al trombettista Wynton Marsalis, di proporre una relazione fra Billie Holiday e Edith Piaf.
Preoccupato di trasmettere la sua ricca esperienza, è autore, accanto a suo padre Lucien Galliano, di un metodo per fisarmonica che riceve nel 2009 il premio Sacem per la Migliore didattica.
2010 Richard Galliano firma un contratto di esclusiva discografica con la “Deutsche Grammophon”. Registra un CD interamente dedicato alla musica di J. S. Bach (con 40.000 vendite, diventa la migliore vendita di musica classica dell’anno).
2011 Realizza un nuovo CD dedicato alle musiche di film del famoso compositore italiano Nino Rota, accanto a John Surman al sassofono soprano. Richard Galliano fa una lettura assolutamente jazz delle celeberrime melodie de “La Strada” “Il Padrino” (il disco inizia con un assolo di Richard Galliano al trombone), “La Dolce Vita”, “Amarcord”, “Otto e Mezzo”…
Ormai, Richard Galliano è il solo fisarmonicista concertista che ha il privilegio di registrare dischi per la prestigiosa etichetta tedesca (al pari di Pierre Boulez, Hélène Grimaud, Daniel Barenboim, Chick Corea…).
Onorificenze:
2004 Chevalier dans l’ordre National du Mérite
2009. Officier dans l’ordre des Arts et des Lettres
2011. Commandeur de l’ordre des Arts et des Lettres
Premi
1997: il disco “NY Tango” riceve il premio “Victoire de la Musique” nella categoria disco jazz dell’anno.
1998: il disco “Blow Up”, inciso con Michel Portal, riceve il premio “Victoire de la Musique” nella categoria disco jazz dell’anno.
2014: Durante la cerimonia che si è svolta ad Aix-en-Provence, Galliano è stato il primo jazzista ad aggiudicarsi il premio “Victoire de la Musique classique” nella categoria compositori per la sua opera intitolata “Fables of tuba”.