Attentato intimidatorio al presidente di Ataf SpA Raffaele Ferrantino, la solidarietà del sindaco di Foggia, Franco Landella

«L’attentato dinamitardo che ha colpito l’automobile del presidente di Ataf SpA, Raffaele Ferrantino, è un episodio inquietante e di una gravità inaudita. Dalle intimidazioni verbali la china si è spostata adesso sul piano degli attentati veri e propri, peraltro compiuti in pieno giorno, alla luce del sole.
Un clima che non esito a definire di terrore, soprattutto perché questo episodio segue le intimidazioni già compiute nel recente passato ai danni del management dell’azienda di trasporto pubblico. Al presidente Ferrantino, a titolo personale ed istituzionale, formulo la mia più completa e totale solidarietà. Sono certo che la Magistratura saprà fare luce sull’accaduto ed assicurare alla giustizia i criminali autori di questo gesto vigliacco.
Ringrazio il Prefetto di Foggia, Maria Tirone, per l’importante segnale di vicinanza e di attenzione istituzionale dimostrato con la celerità con la quale ha convocato una riunione del Coordinamento Provinciale delle Forze di Polizia proprio sull’attentato intimidatorio ai danni del presidente Ferrantino.
Quanto accaduto questa mattina, purtroppo, riporta drammaticamente d’attualità il contesto in cui sempre più spesso si trovano ad operare gli amministratori del territorio. Una situazione profondamente preoccupante, che impone a tutti – politica, sindacati, associazioni, semplici cittadini – il massimo del senso di responsabilità, anche nelle modalità con cui si sviluppa la legittima polemica politica. I toni alti, le invettive al limite della calunnia e della diffamazione, un uso sconsiderato dei social network rischiano infatti di essere l’humus nel quale possono maturare gesti sconsiderati e pericolosissimi per la vita stessa delle donne e degli uomini impegnati ogni giorno al servizio della comunità.
Prosciugare la palude della violenza significa avvertire il peso di questa responsabilità e agire di conseguenza, senza concedere alcuna attenuante o giustificazione a chi predica l’odio mascherandolo dietro il paravento della dialettica politica».